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VIDEOCOMUNICATO Café Europe s’interroga sulla Cina

(Archivio)

II secondo appuntamento 2011 di Café Europe, la rassegna di incontri organizzata dallo sportello Europe Direct Vallée d’Aoste, è stata dedicata al rapporto fra l’Unione europea e la Cina.

 

Jeannette Grosjacques - Direzione regionale per i rapporti con l'Europa, le politiche di concorrenza e le aree montane

Purtroppo, mentre fino a poco tempo fa la crisi mondiale non era così sentita, in Italia e in Valle d’Aosta in particolare, adesso invece lo è molto di più. E quindi l’approfondire un piccolo aspetto delle nuove possibilità che vengono date dalla situazione economica globale ci sembrava potesse essere un argomento di interesse per i cittadini.

Le politiche monetarie delle due potenze, la lotta alla contraffazione, il rispetto dei diritti umani, gli scambi commerciali e la possibilità di realizzare nuove forme di dialogo e di cooperazione sono stati i temi trattati da docenti dell’Università degli Studi di Torino e dall’Università della Valle d’Aosta nonché dal direttore per i Rapporti per l’Europa e le politiche di concorrenza della Presidenza della Regione. Il ragionamento è partito da un’affermazione: i rapporti tra l’Unione europea e la Cina sono caratterizzati dalla continua ricerca di un equilibrio tra competizione e cooperazione.

Giuseppe Porro - Professore ordinario di Diritto internazionale nella Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Torino

Personalmente, ritengo che sia meglio la cooperazione della competizione, però deve essere una cooperazione competitiva, nel senso che aver paura della Cina è un errore. Io ricordo che, tanti anni fa, noi avevamo paura del Giappone: il pericolo giallo era il Giappone. E si è visto che, invece, si può cooperare, con il Giappone. La stessa cosa vale per la Cina. Però è chiaro che le regole devono essere comuni a tutti. Allora se noi rispettiamo l’ambiente, lo devono rispettare anche loro. Se noi abbiamo dei salari a un certo livello, è giusto che anche in Cina ci siano dei salari di un certo livello. Non si può competere alla pari quando ci sono condizioni così dissimili di produzione.

La Repubblica popolare cinese, una fra le maggiori potenze economiche mondiali, è oggi uno fra i principali partner commerciali del Vecchio Continente.

L'Unione europea guarda con sempre maggiore interesse agli sviluppi economici ma anche sociali della Cina, nell'intento di rafforzare le relazioni con questo grande Paese. In futuro, i rapporti sono destinati a intensificarsi, a fronte di un’attuazione concreta degli impegni finora assunti dal Governo cinese negli accordi internazionali, che hanno favorito l’apertura del loro mercato, tra i quali il rispetto dei diritti umani e dell’ambiente.

Michele Vellano - Preside della Facoltà di Scienze politiche e delle relazioni internazionali dell’Università della Valle d’Aosta

Sono dei rapporti che sono crescenti in ragione dell’ingresso della Cina nell’Organizzazione Mondiale del Commercio che, da quando è avvenuto, ha totalmente cambiato i rapporti commerciali con questo enorme competitor a livello mondiale. La Cina deve essere vista sicuramente come concorrente dell’Unione europea, e quindi come una realtà con cui confrontarsi, ma anche come una grande opportunità. Dobbiamo quindi guardare alla Cina con una doppia veste: come un soggetto con cui confrontarci nella produzione dei beni e dei servizi ma anche come un potenziale mercato straordinario.

Un mercato che può aprirsi anche alla Valle d’Aosta e alla sua imprenditoria.

Augusto Rollandin – Presidente della Regione autonoma Valle d’Aosta

E’ un convegno un po’ particolare, che vuole creare le premesse per studiare come attivare dei meccanismi che abbiano successo, che diano respiro ai giovani, che diano una speranza per il futuro. Naturalmente questo confronto con i colossi, con la Cina e l’Europa, è un tema di grande spessore, che porta a dire che non dobbiamo chiuderci, ma aprirci al mercato e alle nuove prospettive.

In effetti, alcune concrete iniziative sono giĂ  partite.

Augusto Rollandin – Presidente della Regione autonoma Valle d’Aosta

Avevamo già dei contatti e seguiamo attentamente quello che succede attraverso le nostre aziende, che cominciano a internazionalizzare i prodotti. Non parlo solo di un’azienda come la CVA, che con la Cina lavora da un po’ di tempo, ma altre ditte, anche in settori diversi, che hanno già delle prospettive importanti.